Libridi
l’ibrido editoriale
tra libro e web

“[…] art-book innervati di sistemi interattivi per dialogare, secondo il principio dell’internet of things, con delle library diffuse nel cloud […]”
Continua …
Quell’oggetto-dispositivo coscienziale
che sollecita conoscenza ed elaborazione immaginaria
deve essere mobile
Dopo l’invenzione di Gutenberg, il libro ha avuto bisogno di acquisire leggerezza, quindi velocità, grazie a Manuzio, per poter prendere veramente il volo, per poter cominciare a diventare una realtà sempre più pervasiva e imprescindibile per la diffusione della conoscenza.
Oggi un altro salto di leggerezza è in corso.


È chiaro da tempo che il concetto di corteccia (da cui deriva sia liber sia lo slavo bukvar, matrice di book)


“La civiltà non ha solo a che vedere con le cose materiali ma con gli invisibili legami che legano una cosa a un’altra”
Antoine de Saint-Exupery
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Nelson c’invita a considerare un’analogia con l’acqua, sottolineando il fatto che sia stata la sua distribuzione nelle case, l’averla resa fruibile a tutti con il semplice gesto di aprire un rubinetto, che ha contribuito non poco allo sviluppo della società civile. Così “la letteratura che immaginiamo”, afferma, “deve essere pensata come un servizio, un bene comune, un acquedotto per la mente”.
Un librido non è
L’idea di LIBRIDI è in continua metamorfosi, non è riversare il contenuto di un libro in un e-book o nella rete, è un continuo ibridare una tecnologia antica come quella del libro per proiettarla in un presente che si fa futuro in movimento, metabolizzando le forme del contemporaneo, mettendosi in gioco con il nuovo per andare oltre il contingente, salvando l’idea di libro facendone vivere, nel librido, il senso:
Aprire, nutrire e stimolare la mente.
La storia dei libridi parte da lontano
È una storia che è iniziata tanti anni fa
Performing Media – un futuro remoto
Il percorso di Carlo Infante tra Memoria dell’Avanguardia e Transizione Digitale.
l libro stesso è un percorso, segue quello di Carlo Infante, ripercorre le tappe e gli incontri che hanno portato a delineare il Performing Media
Libro, ideato da Gaia Riposati e Massimo Di Leo che negli ultimi anni, come NuvolaProject, hanno spesso affiancato Carlo Infante come compagni di strada, aggiungendo uno sguardo artistico e digitale ad azioni e progetti, è destinato a chi voglia percorrere e magari tracciare nuove vie per continuare questo percorso.
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